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Erice, luogo del mito e della storia, si mostra elegante con gentili forme medievali. Meta tra le più visitate della Sicilia. Le stradine e i vicoli acciottolati si snodano fitti al suo interno e diventano ancor più suggestivi se attraversati in una giornata di nebbia, caratteristica climatica della cittadina. Passeggiando tra le stradine acciottolate del borgo medievale, quella stessa nebbia lascia scoprire segni, simboli e leggende. Perdersi tra le sue vie, dalla tipica pavimentazione a selciato, è un buon modo di assaporarne l’atmosfera, sbirciando tra i caratteristici cortili interni delle abitazioni e godendo degli scorci testimonianza di un glorioso passato. Al giro per le viuzze, si abbinano passeggiate immerse nel verde tra le pinete e i Giardini del Balio da cui si può ammirare uno tra i più bei panorami della Sicilia.

DESTINAZIONI

Erice

Erice, luogo del mito e della storia, si mostra elegante con gentili forme medievali. Meta tra le più visitate della Sicilia. Le stradine e i vicoli acciottolati si snodano fitti al suo interno e diventano ancor più suggestivi se attraversati in una giornata di nebbia, caratteristica climatica della cittadina. Passeggiando tra le stradine acciottolate del borgo medievale, quella stessa nebbia lascia scoprire segni, simboli e leggende. Perdersi tra le sue vie, dalla tipica pavimentazione a selciato, è un buon modo di assaporarne l’atmosfera, sbirciando tra i caratteristici cortili interni delle abitazioni e godendo degli scorci testimonianza di un glorioso passato. Al giro per le viuzze, si abbinano passeggiate immerse nel verde tra le pinete e i Giardini del Balio da cui si può ammirare uno tra i più bei panorami della Sicilia.

La Dea Madre dell’amore, della bellezza, della fecondità identificata via via con Astarte, Afrodite e Venere, a Erice è stata sempre celebrata e venerata presso un santuario noto in antichità in tutto il Mediterraneo.

Visitare Erice significa, infatti, perdersi tra mille scorci di stradine basolate, fortificazioni, antiche chiese (la Matrice e Sant’Orsola) che testimoniano diversi stili architettonici e custodiscono preziose, botteghe artigiane con produzione di ceramica, dolci tipici, tappeti.

La lavorazione, effettuata con antichi telai attraverso un complesso sistema di intrecci, produce meravigliosi tappeti dai caratteristici disegni geometrici e colori vivaci. Vanno ancora annoverate le ceramiche (piatti, vasi, oggettistica varia), prodotte secondo antichi metodi di lavorazione, con una decorazione, rigorosamente a mano, che segue motivi floreali o disegni e si caratterizza per l’uso di colori intensi.

Erice è il luogo dei conventi e dei vizi di gola: celebrati ed eleganti dolci di badia, cuori, in cui zuccata interna e un velo di glassa esterna, mantiene morbido un guscio di pasta di mandorla; delicatissime genovesi,pastafrolla dal cuore di crema di latte al profumo di vaniglia e limone e i  mustazzoli, biscotti preparati con il miele.

Erice è una cittadina ad alto interesse archeologico: nel Castello di Venere, sono stati rinvenuti numerosi reperti archeologici, tra cui i resti del tempio di Venere,  un edificio termale romano “il muro di dedalo” e il cosiddetto pozzo di Venere. Da non dimenticare infine l’eneolitico, suggestivo vaso a saliera, la testina di Venere, simbolo della città, i vasetti della necropoli punica e la collezione numismatica, conservati al Museo Civico “Antonio Cordici”. Impossibile sintetizzare il tesoro di pietra custodito a Erice, con la sua cinta muraria elimo-punica che conserva tre porte di ingresso (Porta Spada, Porta Carmine, Porta Trapani) quasi integre e risalenti alla dominazione normanna.

Poco oltre le mura si trova il Quartiere spagnolo, del XVII sec., imponente struttura che ospita la sezione Etno-antropologica del Polo Museale A. Cordici.

La Dea Madre dell’amore, della bellezza, della fecondità identificata via via con Astarte, Afrodite e Venere, a Erice è stata sempre celebrata e venerata presso un santuario noto in antichità in tutto il Mediterraneo.

Visitare Erice significa, infatti, perdersi tra mille scorci di stradine basolate, fortificazioni, antiche chiese (la Matrice e Sant’Orsola) che testimoniano diversi stili architettonici e custodiscono preziose, botteghe artigiane con produzione di ceramica, dolci tipici, tappeti.

La lavorazione, effettuata con antichi telai attraverso un complesso sistema di intrecci, produce meravigliosi tappeti dai caratteristici disegni geometrici e colori vivaci. Vanno ancora annoverate le ceramiche (piatti, vasi, oggettistica varia), prodotte secondo antichi metodi di lavorazione, con una decorazione, rigorosamente a mano, che segue motivi floreali o disegni e si caratterizza per l’uso di colori intensi.

Erice è il luogo dei conventi e dei vizi di gola: celebrati ed eleganti dolci di badia, cuori, in cui zuccata interna e un velo di glassa esterna, mantiene morbido un guscio di pasta di mandorla; delicatissime genovesi,pastafrolla dal cuore di crema di latte al profumo di vaniglia e limone e i  mustazzoli, biscotti preparati con il miele.

Erice è una cittadina ad alto interesse archeologico: nel Castello di Venere, sono stati rinvenuti numerosi reperti archeologici, tra cui i resti del tempio di Venere,  un edificio termale romano “il muro di dedalo” e il cosiddetto pozzo di Venere. Da non dimenticare infine l’eneolitico, suggestivo vaso a saliera, la testina di Venere, simbolo della città, i vasetti della necropoli punica e la collezione numismatica, conservati al Museo Civico “Antonio Cordici”. Impossibile sintetizzare il tesoro di pietra custodito a Erice, con la sua cinta muraria elimo-punica che conserva tre porte di ingresso (Porta Spada, Porta Carmine, Porta Trapani) quasi integre e risalenti alla dominazione normanna.

Poco oltre le mura si trova il Quartiere spagnolo, del XVII sec., imponente struttura che ospita la sezione Etno-antropologica del Polo Museale A. Cordici.

Tanti gli eventi che caratterizzano la cittadina ericina. Il venerdì santo sfilano per le vie del centro i “Misteri”, quattro gruppi statuari in legno, tela e colla (sec. XVIII) raffiguranti episodi della passione di Cristo, seguiti da Gesù nel sepolcro e dalla statua lignea dell’Addolorata (sec. XVI). Partendo dalla chiesa di San Giuliano, in cui sono custoditi tutto l’anno, sono portati in processione in un’atmosfera davvero suggestiva, suggellata dalla musica che risuona per le vie e dalla folla che li segue. 

Tra le altre manifestazioni di richiamo: “EricèNatale – Il borgo dei presepi”  nel mese di dicembre e gennaio, ed ancora “Ericestate”, un calendario di concerti, presentazioni di libri, rappresentazioni teatrali. Il Festival Internazionale di Musica Antica a settembre, vede le chiese del centro diventare palcoscenico per artisti di fama internazionale e la musica antica si fonde perfettamente con il paesaggio, conferendo al borgo un’atmosfera unica. Erice inoltre ospita da molti anni i convegni scientifici di richiamo internazionale del Centro di Cultura Scientifica Ettore Majorana. D’estate la spiaggia di San Giuliano, ricca di stabilimenti e lidi balneari, si anima e non è difficile vedere anche dalla vetta imbarcazioni a vela e kitesurfers.

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